Violenza sessuale: l’abuso d’autorità sussiste anche quando la posizione di supremazia è di fatto o di natura privata

Le Sezioni Unite della Cassazione penale chiamate a pronunciare sulla questione controversa in diritto:
«Se, in tema di violenza sessuale, l’abuso di autorità di cui all’art. 609-bis primo comma, c.p. presupponga nell’agente una posizione autoritativa di tipo formale e pubblicistico o, invece, possa riferirsi anche a poteri di supremazia di natura privata di cui l’agente abusi per costringere il soggetto passivo a compiere o subire atti sessuali», hanno affermato il seguente principio di diritto:
«L’abuso di autorità cui si riferisce l’art. 609-bis, comma primo, c.p. presuppone una posizione di preminenza, anche di fatto e di natura privata, che l’agente strumentalizza per costringere il soggetto passivo a compiere o subire atti sessuali».
Cass. pen., Sez. Unite, 16 luglio 2020 (dep. 1° ottobre 2020), n. 27326